il sito per
imparare a tornire e migliorare con trucchi e suggerimenti forniti da Guido
Masoero in ricordo di Norbert Facchin
1° Cera Carnauba a stecche
Ti prepari una miscela di cera carnauba al 66% a bacchette.
Strusci la bacchetta sul legno che gira e la stenti con un pezzo di Scottex.
Appoggi lo Scottex sul bordo e spingi abbastanza con forza e ti sposti verso il
centro.
ripassi avanti e indietro 2-3 volte e fermi il tornio per vedere se ti piace.
Se si vedono ancora striature di sgorbia, ricominci con la tela a grana grossa
es. 120 grit
Preparare la cera carnauba a stecche
Compri 2 etti di cera carnauba a scaglie e 1 etto cera d'api in panetto.
Spesa totale circa 6/7€ per 8 stecche
Metti una vecchia pentola sulla stufa con un vaso di vetro da 1 Kg da marmellata
a bagnomaria.
Metti la cera carnauba nel vasetto e aspetti circa mezza ora che si sciolga, poi
aggiungi il panetto di cera d' api.
Mescoli, versi negli stampini che ti sei preparato in precedenza rivestiti di
carta da forno o alluminio.
Misura stecche 1x2x20 cm circa, ma fai lo stampino alto almeno 2 che si ritira
molto.
Aspetti che sia fredda, togli dallo stampo e vai sul tornio a provare.
esempio di
stampino per 5 stecche da 32 cm, circa 3 etti bastano per 300 pezzi.
Con il tornio in moto appoggi la stecca sul pezzo in rotazione e lo sposti lentamente su tutta la superficie.
Poi con il tornio ad alta velocità passi un piccolo straccio
di cotone o un pezzo di Scottex e spingi bene, il riscaldamento prodotto
scioglie la cera e muovendo lo straccio la stendi in modo uniforme. quando vedi
che la cera è ben distesa fermi e controlli.
Se non viene lucido a specchio la superficie del legno non era bella liscia, ricomincia dal inizio con la tela e insisti
di più.
Se la stecca di cera ti sembra troppo dura rifondi il tutto aggiungendo altra
cera d' api.
vedi anche Wikipedia
carnauba
In Torino trovate questi
Sinopia Via Poliziano, 56/A TORINO
cirche 20€ aKG
Colore Amico via Cuminie, 2 - VILLAR DORA (TO)
circa 25€ a Kg
A stecche già pronte per tornitori pigri e ricchi. circa 50€ a Kg
Ferramenta
Trifiletti
C.so San Maurizio 63 10124 Torino
A Roma da
antichitabelsito
2° Finitura australiana
3° Finitura sudafricana Woodoc 20
Questa è la più bella e resistente finitura che ho trovato.
Lo trovate
4WOOD a Udine e da Phil Irons in UK
Alkidina Opaca, prodotta da CAP Arreghini s.p.a.
Vernice nitro sintetica di
finitura, resistente al graffio. Sensibile al vapore acqueo e a prodotti
contenenti solventi. Gloss:15/20
Rapida essiccazione (circa 15/20 minuti)
Si può dare dopo un turapori (anch'esso nitro) oppure direttamente sul nudo
legno.
Io consiglio: turapori (una mano), carteggiatura (grana 400) prima mano Alkidina,
carteggiatura (grana 400)
seconda mano Alkidina, carteggiatura finale con scotch brite o similare.
scritto da
Cecconello Roberto
5° Gommalacca
Dati ricavati dal Forum
il-Legno Scritto in origine da .Bolognesi
Aurelio Ecco la teoria, velocemente,
Si diluisce la gommalacca in fiocchi, io uso, 250g di gommalacca per un litro di
alcol (taglio a 250g).
Per diluire i fiocchi, ci vogliono una ventina d'ore a meno che non si macinino
e che si scuota la miscela sovente e vigorosamente.
Si tagliano dei quadrati di lana (vecchie calze) di 10cm di lato circa.
Li si imbevono di gommalacca e li si appendono ad asciugare fin che siano mezzo
asciutti, dopo di chè si mettono in un barattolo chiuso ermeticamente per
ulteriore uso.
La prima parte della finitura è la chiusura dei pori.
Si prepara un tampone facendo un fagottino con dei ritagli di lino nei quali si
mettono un paio di pezzi di lana imbevuta.
Si cosparge la superficie da finire con un velo di polvere di pomice e si
aggiungono delle gocce d’olio di paraffina.
Adesso al tampone si aggiunge gomma lacca (io uso una bottiglietta di plastica
che spruzza schiacciandola).
E via di tampone, facendo degli 8 e dei cerchi.
Questo è lavoro duro, bisogna spingere forte e ci vuole tanto olio di gomito, se
necessario lubrificate parsimoniosamente con olio di paraffina.
L'alcol solleva il pelo del legno, la pomice lo taglia e questo, mescolato alla
gommalacca viene spinto nei pori otturandoli.
Quando si è ottenuta una superficie liscia, si procede alla finitura vera e
propria.
Si rifà un tampone con nuova lana imbevuta, ora si può usare cotone invece di
lino perchè non c'è più
l'effetto
abrasivo della pomice.
Ricominciate a fare degli 8 e dei cerchi con il tampone, ma ora aggiungete alcol
in modo di avere una miscela 50/50 con la gommalacca nella lana.
Se cominciate su un lato, quando arrivate all'altro lato, il primo dovrebbe
essere già asciutto e potrete ricominciare.
La teoria è che la mano che state applicando scioglie parzialmente la mano
precedente creando adesione.
Dopo una dozzina o più
mani si
comincia ad andare lungo vena uscendo sempre dal pezzo, come un' aereo che
atterra e decolla.
Dopo una mezza dozzina di passaggi così bisogna togliere i residui di olio
facendo delle passate leggere lungo vena con solo alcol.
Il giorno dopo, una leggera cerata e via ! Spero di essere stato abbastanza
chiaro.
Questo è il metodo francese, apparentemente gli italiani e i tedeschi usano
abbondante olio di lino.
Sul tornio è più
facile perchè è il tornio che fa il lavoro pesante.
Segui le direzioni sopra per preparare il tampone, se lavori su legno a pori
aperti, pomice ecc, su legno a pori chiusi potresti passare direttamente alla
finitura vera e propria.
Con il tuo tampone, ti avvicini al pezzo, come se fosse una sgorbia e vai da una
parte all'altra abbastanza velocemente, (in modo praticamente di fare una
passata sola). Se il pezzo è di dimensioni modeste, devi aspettare un paio di
minuti fra una mano e l'altra.
Ripeti fin che hai l'effetto desiderato. Deve essere liscio come il culetto di
un neonato.
Sul tornio si fa in fretta a metterne troppa di gommalacca,
perchè il pezzo gira, bisogna fare una passata lateralmente in modo che tutto il
pezzo abbia praticamente una mano sola poi aspettare un paio di minuti (il pezzo
gira, l'alcool asciuga in fretta) e via con un'altra mano.
Se il tampone "attacca" bisogna metterci un po' di olio di paraffina.
Il pennello si fa si una finitura a gommalacca, ma il risultato sarà ben diverso
dal vero "french polish".
Scritto in origine da .Bolognesi Aurelio
Scritto da Enrico d'ascenzio
mastroenrico Per questo tipo di lavori non serve che sia decerata, il
fatto che sia purificata o meno ha una sua precisa ragione di essere solamente
in Liuteria e alto Restauro in quanto la presenza di parti cerose ( ma si tratta
sempre di infinitesime quantità) influisce sullo scioglimento dei vari pigmenti
e resine ( sandracca, elemi, mastice in lacrime, sangue di drago, mirra ecc ecc)
che in tali discipline trovano applicazione ed utilità.
Nella lucidatura ordinaria ( non scadente , anzi) una buona gommalacca
reperibile in colorerie serie è ampiamente sufficiente a garantire un risultato
spettacolare.
Se la mano è buona e con una minima esperienza anche la classica ABT angelo ( la
più
commerciale che esista)
garantisce effetti da brivido.
Una cosa che invece la gommalacca non desidera affatto è la fretta.
Cioè, non pensare che la sera metti uno o due etti di gommalacca nell'alcool a
98° e che il giorno dopo lucidi, in questo caso non sarà colpa del materiale se
il risultato non sarà buono ma del tempo.
Ne abbiamo parlato qui molte volte negli anni passati, la gommalacca ama il
trascorrere delle settimane ma ancor più
dei mesi e impazzisce addirittura per gli anni.
Intendiamoci, non voglio dire che ci devi mettere tutto quel tempo per
prepararla, di solito se è per un mobile o per un oggetto da tornio anche
qualche giorno potrebbe andar bene, ma visto che la stai preparando allora vale
la pena di farne diversi litri ( io uso il vaso da
A questo punto prendi delle belle bottiglie da vino( buone sia perchè sono scure
e sia perchè sono da 75cc) e imbottiglia la soluzione filtrandola con un filtro
da enologia che non costa un cavolo ma è mille volte meglio di una calza da
donna che lascia passare anche i sassi, la tradizione delle calze era ottima
quando le calze erano di seta ma le impurità della gommalacca sono molto più
piccole delle maglie di una calza di nylon).
Sopra ogni bottiglia mettici sempre una etichetta con la scritta del giorno di
preparazione, la concentrazione approssimativa e il tipo di gommalacca usato) e
poi tappale con tappi da vino in plastica o se di sughero usa il sughero nuovo,
non vecchio muffito e poroso. Riempire sino all'orlo e limitare al minimo il
contatto con l'aria. L'alcool a 98/99° è fortemente igroscopico , cioè vuol dire
che tende ad assorbire l'umidità dell'aria circostante come una vera e propria
spugna.
Fatto? Bene, ora prendi le tue sei o sette belle bottiglie e dimenticatele
letteralmente in un armadio in cantina o comunque un luogo fresco ma non freddo.
Tanto per l'uso immediato hai sempre il primo litrozzo che hai levato dopo una
settimana, ricordi?
Con un litro di gommalacca lucidi pezzi da tornio sino a riempire un autotreno.
Le altre bottiglie aprile a scadenza annuale e poi osserva le differenze, potrai
così formarti una opinione personale e rispondere adeguatamente a coloro che
spesso inopinatamente proclamano la scarsa durata della soluzione di gommalacca.
La Gommalacca di una settimana è buona, di un mese è ottima, di un anno è
sublime. Io ho alcune bottiglie di diversi anni ma una in particolare del 1998 (
è anche vero che è la varietà Rubino ) che ha raggiunto una limpidezza e un
punto di colore spettacolare e una facilità di stesura ben diversa dalla stessa
in origine.
La lucidatura a stoppino e pomice ( la semplifichiamo così per abbreviare ma ci
sarebbe da parlare per ore) per i mobili o per
Io mi permetto di aggiungere che tranne in casi particolari, su un pezzo in
rotazione la pomiciatura non deve essere usata e vieppiù
da mano inesperta con la terribile polvere.
Nella lucidatura statica, la pomice ha un duplice effetto: abrasivo e
riempitivo. Quando si procede nella finitura addirittura la pomice viene
sostituita da altre sostanze( ad esempio il talco veneto) con un effetto
abrasivo talmente infinitesimo da essere addirittura confuso con un
lubrificante, pensate solamente al talco che mettete dopo un bagno, a voi sembra
che aumenti addirittura lo scorrimento sulla pelle e invece in lucidatura quello
è un abrasivo.
L'effetto abrasivo e riempitivo per essere omogeneo e donare quell'aspetto a
specchio alla gommalacca necessita nella applicazione di movimenti particolari
ellittici o ad 8 ma continui , omogenei e graduali , perchè col passare delle
mani la pomice e la gommalacca in eccesso vengono dal tampone spostate e immesse
nei pori rimasti ancora aperti sino ad avere perfetta omogeneità.
Col pezzo in rotazione l'unico movimento possibile è quello lineare e inoltre la
pomice non sarebbe mai omogeneamente distribuita sul pezzo ma potrebbe portare a
fastidiose quanto visibili rigature ( presenti infatti sul pezzo mostrato anche
se in minima percentuale tanto che lo giudico comunque molto gradevole) che
addirittura si tramutano in eliche quando la mano si sposta in orizzontale.
Per quanto riguarda la lucidatura a gommalacca su tornio, ho potuto constatare
negli anni come le tecniche di stesura classiche debbano essere accantonate
lasciando il posto a procedimenti uguali nelle materie usate ma diversi
nell'applicazione.
Quello descritto da Giacomo è ottimale e lascia trasparire tutta la preparazione
tecnica e l'esperienza del Restauratore , cionondimeno ne possiamo usare altri
meno impegnativi nell'operatività ma veloci e altrettanto validi dal punto di
vista estetico.
La cosa importante è sfruttare a nostro favore quelli che sembrano essere
difetti applicativi prodotti dalla rotazione e trasformarli in elementi basilari
per l'uso di tecniche diverse.
Con la rotazione possiamo passare centinaia di volte al minuto sul pezzo e
possiamo generare calore, queste cose se opportunamente impiegate ci vengono
incontro e ci aiutano anche se sembrano contrastare apertamente con le tecniche
normalmente impiegate.
La lucidatura industriale di inizio secolo aveva ben compreso l'importanza della
rotazione e aveva prodotto le prime lucidatrici orbitali che producevano effetti
a specchio e duraturi.
Comunque, la cosa importante è sperimentare e fare tesoro delle esperienze, una
tecnica che a me piace e soddisfa potrebbe non piacere ad un altro che magari
trova migliore la sua e se ne giova con successo, l'importante è avere un pezzo
fatto da noi e che ci trasmette qualcosa di positivo.
Aggiungerei che a questo punto tripoli e polish (o anche
solo polish) potrebbe aiutare nel brillantare la superficie se i solchi non sono
troppo pesanti....
Forse (non lo so perché mai provato) , potrebbe aiutare il mattoncino di feltro
opportunamente imbevuto di polish.
Concordo con Federico, il polish è difatti una emulsione di
cera,solvente e abrasivo in microgranuli e ha di per se' un effetto lucidante e
ravvivante su superfici già trattate ma opacizzate dal tempo oppure in corso di
trattamento . Ottimo ed economico è il polish della Leclerc ( non mi ricordo se
si scriva così) ma ve ne sono di altri anche molto migliori, in questo senso
Fede potrà essere molto più
preciso
di me.
Per quanto riguarda il colore della gommalacca appena preparata , esso non ha
nulla a che vedere col risultato finale.
Il colore scuro ambrato è normale, non lo è altrettanto l'effetto lattiginoso.
Se si presenta un effetto lattiginoso i casi sono due: o si è utilizzato un
alcool a basso titolo cioè 90° oppure la soluzione è satura e troppo fresca.
Nell'alcool a 90° in soldoni si può affermare che su un litro di composto 90
sono i cc di alcool puro e 10 sono di acqua.
L'effetto che ha l'acqua nella gommalacca è devastante perche tende a separare i
composti che sono disciolti nell'alcool ma che non sono solubili in acqua , come
ad esempio le cere e gli olii essenziali. Tale separazione trasforma la
soluzione in emulsione con disastrosi effetti estetici.
Se ne volete avere un esempio banale io di solito ripeto sempre la stessa
esperienza che mi è stata fatta vedere tanti anni fa, cioè prendete un
bicchierino di liquore tipo Sambuca, oppure Mistrà oppure grappa di anice, e
lasciate cadere anche soltanto una singola goccia di acqua nel liquore; ebbene
vedrete l'intero composto prima trasparente trasformarsi per incanto in un
liquido lattiginoso e impenetrabile alla vista.
Se la tua soluzione è stata fatta con alcool scadente purtroppo non vi è rimedio
ma se invece hai correttamente usato un alcool titolato oppure una delle tante
alternative come ad esempio il Solvlac ( miscela di alcooli purissima per
tipografia costo circa 6 euro litro) non curarti del colore bruno ambrato.
Dipende dalla percentuale disciolta di gommalacca.
Qui le scuole sono diverse e tutte egualmente valide.
C'è che parte direttamente con una concentrazione a finire e chi invece
preferisce ( come me) preparare una soluzione maggiormente concentrata
riservandosi la diluizione al momento dell'uso.
Perché questo; il motivo lo ritroviamo nelle molteplici concentrazioni richieste
dalle varie applicazioni e dai vari materiali. Una prima mano su un mobile
richiede una diversa concentrazione da una successiva mano o dalle passate a
tampone e ancora sarà diversa dalla stessa prima mano da dare ad uno strumento
musicale.
Orbene dato che non mi pare conveniente preparare decine di bottigliette con le
varie soluzioni preferisco fare una base comune ( che di solito individuo in
circa
Alcuni lucidatori ( tra i quali quello dal quale sono stato a bottega)
addirittura preparano una soluzione e saturare che viene quasi gommosa e ne
prelevano poca per volta additivandola al momento con altro alcool puro.
Non giudico il metodo, ma i risultati li vedo comunque ottimi.
Dicevamo del colore ambrato, non preoccuparti, prima che la gommalacca raggiunga
uno spessore tale da mostrare una qualsiasi colorazione dovresti averne date a
decine e decine di passate , infatti ogni passata a tampone non lascia che un
infinitesimo strato di materiale( parliamo di millesimi di millimetro) e quindi
non riesce mai ad avere uno spessore sufficiente a mostrare variazioni
cromatiche dannose.
Proprio per questa sua caratteristica di non produrre film consistenti, la
gommalacca in liuteria( più
raramente in restauro) viene additivata con pigmenti coloranti tipo Sangue di
Drago, Curcuma, e chi più
ne ha più
ne metta ma avendo l'accortezza di dare le mani di fondo con gommalacca
incolore.
Questo per preservare l'integrità cromatica del legno che in fase di restauro
tornerebbe ad essere veramente come mai verniciato lasciando la colorazione
soltanto allo strato più
superficiale della GL.
In falegnameria, come sappiamo, si effettua esattamente il contrario e cioè è il
legno ( con la mordenzatura) ad essere colorato e poi la finitura superficiale
si lascia spesso incolore.
Ci sono precise motivazioni per tutte e due le tecniche e non vanno
sottovalutate ma non è questo l'oggetto del presente topic.
Quindi vai tranquillo, dai tempo alla GL di sciogliersi bene e poi vedrai che il
colore marrone non apparirà assolutissimamente.
Ricordati sempre, però, il problema dell'umidità dell'aria. Non lucidare mai e
poi mai a gommalacca in ambiente o in giornata particolarmente umida.
Vedresti il tuo bel lavoro irrimediabilmente velato.
Enrico.
Lucidatura a gommalacca